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Lamore sospeso lamore compiuto

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In treno, 20/01/2010

 

Caro Padre,

ti scrivo oggi, dopo anni di solitudine e tediosa esistenza, oggi che sento con sollievo e minima paura, la morte avvicinarsi a me.

Sono ad un passo dal conoscere la tua anima, desiderio questo coltivato per tutta la vita.

Ora non posso essere che sincero con me stesso   è il momento di affrontare tutti i miei fantasmi e tu, di questi, sei il più imponente.

E' ora di dirti che   "Babbo, mi sei mancato!".

Ho sempre ostentato uno stile spedito e sicuro, un passo svelto, dentro invece ero zoppo, perchè i nostri occhi non si sono mai incontrati.

Hai fatto in tempo a darmi solo il nome.

Da bambino osservavo spesso la cartolina di guerra in cui, insieme ai saluti per la tua sposa e la figlia maggiore, indicavi il nome che avevi scelto per me   Angelo, Con la speranza che il suo spirito puro ed innocente mi aiuti a tornare sano e salvo a casa ".

Avevo paura di toccarla e sciuparla e, in realtà, era grande il senso di colpa per aver fallito la mia missione.

Ti è toccato patire le pene dell'inferno, febbre a quaranta; vomito, piaghe e sangue ai polmoni   la terribile febbre Spagnola, presa da uno starnuto di qualche commilitone in una trincea ghiacciata.

In otto giorni hai consumato tutte le tue energie vitali, tutti gli anni che ti sarebbero restati da vivere con me; con la mamma, con Concetta, e magari avresti anche conosciuto i nostri compagni e i nostri figli.

Continuano a fare ricerche su questa terribile epidemia che ha fatto più morti della guerra stessa. Alcuni sostengono addirittura che sia stata la prima arma battereologica della storia, portata dagli Amercani.

Dio certo lo saprà   ci penserà Lui!

Quante ingiustizie e falsità!

A volte traballa la causa d'onore della tua morte.

L'epoca storica di oggi è profondamente diversa dalla tua e da quella della mia infanzia   i "valori" stessi della guerra, quelli diffusi dalla propaganda radiofonica, quel senso di unità e patriottismo, oggi sono un disvalore e a taluni fanno addirittura ridere!

Tutto è cambiato!

Quello stato imperialista per cui tu hai smarrito la tua esistenza e sei finito sotto una croce bianca numerata, in un lontano cimitero di guerra a nord-ovest della Francia continentale, oggi ha perso i suoi confini, per cui tanto e tanto sangue è stato versato!

Quella rivalità tra stati è diventata fratellanza; quella voglia di supremazia economica ed assoggettamento dei continenti più arretrati è diventata Comunità Economica Europea, Cooperazione intarnazionale per lo Sviluppo Globale.

Questo con la caduta del Comunismo, dopo la disfatta del Fascismo, ora si promuove in tutto il mondo la democrazia!

Sono in treno, in una cuccetta, ci passerò le prossime venti ore, ti vengo a trovare!

Vengo a posare i miei piedi sulla terra sotto la quale giacciono da quasi un secolo le tue ossa.

Anche se ho passato l'intera mia esistenza a dimenticare, a fingere fosse tutto normale, mio padre è esistito, mio padre giace in un cimitero, per quanto lontano, ed io figlio, a 93 anni, vado a posare questa lettera sulla sua tomba, con una rosa bianca, simbolo della mia anima da bambino.

Sai chi mi ha donato la forza sovrumana, sia fisica che emotiva, per affrontare questo passo che ho ostinatamente rifiutato per tutta la vita?

L'unica donna che abbia veramente amato, l'unica donna che non ho mai tradito, la fiera guerriera, la mia Irma, la mia compagna di vita.

L'estate scorsa, le giornate erano così lunghe, ho deciso di recarmi in soffitta alla ricerca di ricordi, foto di vacanze estive in Adriatico con la mia famiglia, anni '60...che anni!

La nascita della televisione che ...all'inizio le persone le univa sai, adesso fa compagnia ai vecchi, come me e rende pancotto il cervello dei giovani!

La soddisfazione di elevarsi dal ceto popolare a classe media!

Abbiamo comprato una villetta, godendo dell'invidia di parenti, amici e vicini, il primo figirifero, la lavatrice, l'automobile, tutte le conquiste dell'intelligenza umana volte a trasferire un senso di ottimismo, a linea continua, per il futuro.

Godevo di questi ricordi, mentre un sorriso inconsapevole era stampato sul mio viso, la polvere che volteggiava nella soffitta sembrava polvere d'oro, grazie ai raggi del sole al tramonto che filtravano dalle inferriate delle finestrelle...i nostri indimenticabili e unici tramonti Pievesi!

Ero immerso in questo luogo e in questo spazio fuori dal mondo, quando trovo nella cassetta dei ricordi di Irma, una cassetta di latta con la stampa di una ballerina in tulle rosa su sfondo azzurro, che produceva, aprendola, il suono di un carillon, una lettera ingiallita   era scritta con l'inchiostro su carta pecora, datata 1944.

La mia futura sposa la scrisse, prima di affidarsi anima e corpo a me; lottare con le unghie e con i denti contro suo padre per me; affrontare di petto tutte le altre donne che avevo sedotto in precedenza, la scrisse al suo primo amore.

Inizialmente ne rimasi frastornato, incredulo  " Come, lei era pazza di me! Lo è sempre stata!"

Non la riconoscevo. Dopo qualche mese sì l'ho riconosciuta, era sempre lei   la mia guerriera piena di dignità, incapace di tradire anche il ricordo, che non si tira indietro di fronte a nulla; che preferisce dire lei, di persona, anche a se stessa, che qualcosa di importante sta accadendo e cambiando il corso degli eventi!

Così ho preso il suo esempio!

E non mi tiro indietro   procedo a scrivere mentre il treno sferraglia e i nostri chilometri di distanza si accorciano ogni minuto di più!

 

Questa è la lettera di cui ti ho poc'anzi parlato.

 

Città della Pieve, 16/05/1944

 

Caro Rolando,

quest'oggi è nata nuovamente in me una struggente necessità di scriverti!

Non mi rispondi più da un anno!

Nonostante tutti gli accadimenti e i vuoti di questa ormai triste vita, bella, solo rivivendo il passato con gli occhi velati della malinconia, non si stacca ancora da me la voglia di sentirti vicino.

Mio soldatino di piombo, ricordi?... Mi scrivevi che ero la tua ballerina, irraggiungibile, eppure io sono bisognosa quanto e ancor più di te d'amore!

Già una lacrima calda sta lentamente solcando quelle gote che una volta tu, con tanta tenerezza, accarezzasti e, mentre io ero pronta ad abbandonare ogni riserva per non vivere di rimpianti, mi dicesti che se per destino tu non avessi più fatto ritorno, la mia vita avrebbe dovuto continuare ed io, vivere anche per te...il singhiozzo che nacque in quel momento ancora stringe il mio

stomaco e il mio respiro.

So che non leggerai mai e poi mai realmente questa lettera, o meglio lo sento; ciò nonostante sono qui a scriverti ...dove sarai adesso...in fondo al mare riposerai, o sarai prigioniero degli Inglesi, certo nella lista dei caduti, in piazza, sono andata, non ci sei.

Donne, amiche, conoscenti, madri sorelle fidanzate, urlavano e si accasciavano a terra. Restavo ritta e pallida senza neanche sapere cosa desiderassi. Non volevo che il tuo nome venisse pronunciato, ma aspiravo ad avere tue notizie, qualsivoglia tue notizie!

Non so se riesci a capire quanto sia infernale, il limbo, in cui mi trovo!

Inizialmente riuscivo in un modo o nell'altro a sapere almeno su quale missione ti trovassi.

Mi sono anche convinta che ti fossi invaghito di un'infermierina!

Quando però anche i tuoi cari erano ormai preoccupati, a causa di un silenzio opprimente, durato tre lunghi mesi ...e poi, quando arrivò il raggelante telegramma che informava i tuoi genitori che il sommergibile in cui ti trovavi era stato colpito, nell'oceano atlantico tra Francia e Inghilterra, la mia rabbia in un lampo è stata bruciata via, carbonizzata da un amore più forte che mai!

Quell'Amore immenso mi dava la convinzione che saresti tornato un bel giorno da me; io t' avrei aspettato!

...Ora invece provo tanto sconforto e stordimento.

Non so più cosa sia la strada giusta per noi, se c'è una strada da percorrere insieme a te o fa parte solo del mondo delle illusioni, quel mondo sospeso che non esiste in realtà!

Forse un giorno vivremo insieme quella vita che ho sognato, nel Paradiso.

Adesso invece ...qui e ora, nel palazzo dell' Ufficio Imposte, quello di fronte al mio, c'è un giovanotto che ogni giorno segue i miei movimenti. Sempre alla stessa ora, va ad affacciarsi alla finestra che guarda il mio ufficio; la apre e si mette a fissarmi con insistenza, quasi con arroganza o ancor più, strafottenza. Sarà che il suo sguardo così sicuro e scuro, in realtà, scuote le mie ossa! Alzo timidamente lo sguardo ed è sempre pronto, attento, egli, da lì, mi lancia un sorriso felino.

Una volta mi ha scritto il suo nome su di un aeroplano di carta   Angelo!

Mi sento la sua preda, sì mi sta studiando ed in realtà ha fatto anche di più...

Giovedì scorso me lo sono trovata alle spalle, ero in archivio e mi ha stretta a sé vigorosamente, voleva baciarmi le labbra, io l'ho scansato ero rossa fino a scoppiare, furiosa, gli ho gridato che mai e mai più avrebbe dovuto osare avvicinarsi a me...ma ... ha sorriso dolcemente e quando è uscito mi tremavano le gambe   ho dovuto appoggiarmi al muro per poter riprendere un po' di controllo e contegno.

Nei giorni seguenti non ho più alzato lo sguardo dalle scrivania e mi sono allontanata dall'ufficio solo se accompagnata, intanto mi sono giunte voci poco lusinghiere su di lui.

Non ha fatto il servizio di leva al fronte perché è orfano di guerra, unico maschio della sua famiglia; grazie a questo ha ottenuto senza fatica, di diritto, il posto fisso per cui io ho dovuto, comunque con orgoglio, sacrificare gli anni della giovinezza, con applicazione prioritaria e costante allo studio.

Sono l'unica donna di tutto il paese ad esserci riuscita! Ho reso fiero mio padre!

Oltretutto approfitta della assenza degli altri uomini...e si lancia alla conquista di donne e donnette! Ne ha spezzati di cuori, ne ha combinate di cotte e di crude!!!

Mi vergogno nel provare un qualcosa di strano per quest'uomo perché non è neanche lontanamente paragonabile a te!

Ecco, io mi confesso sinceramente!

E sì, perché poi, non ho fatto altro che ripensare quei momenti, non so se sia il bisogno che ho di essere nuovamente stretta o se la causa stia nei suoi sguardi, se stiano tessendo davvero un filo tra noi.

Questo pomeriggio poi, alla fine della giornata, stavo scendendo le scale, mi ha afferrato per un polso, mi ha fatto girare fino a sbattere contro di lui, come ballando, e mi ha baciata, in pubblico! Spudoratamente! Senza permesso, ma se l'è preso questo bacio   io non l'ho rifiutato.

Sarà la vita che mi chiama a proseguire, andare avanti, voltare pagina?

Ho come la sensazione che tu mi stia dicendo proprio queste parole   "Lasciati vivere da questo mascalzoncello, non sarà un galantuomo come me, ma è il dono che la Vita ti sta offrendo, non temere più!".

Adesso le lacrime mi stanno affogando e ora che ti dico ADDIO so che mai ti perderò Amore!

 

Tua, Irma.

 

 

Consegnala a Rolando, quando lo incontrerai a passeggio nella piazza della chiesa del Paradiso e digli che quando sarà la mia ora, l'Irma me la deve lasciare...perché non si illuda ...è mia, quella donna!

La Vita è stata nostra!

Porterò con me un sacchetto di pinoli raccolti al parco e lei mi farà la solita torta!

Adesso caro babbo, sta calando la nebbia sulla pianura, mentre in me la nebbia si dissolve.

Eppure fatico a trovare le parole per salutarti dal momento che più che un commiato, la mia anima è aperta ad un benvenuto e tante, tante, tante cose ci sono ancora da dire e condividere, per cui ti dico semplicemente

A presto,

Tuo figlio, Angelo.

 Klara Rubino - 23/03/2018 11:18:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Ricordare è un ponte che si offre tra noi adesso e le anime del passato, attraversando con i nostri sentimenti attuali le loro gesta.
E’ stato bello cercare di immedesimarmi in mia nonna, nell’atto di scrivere, ventenne, l’ultima lettera al suo amore romantico, disperso in guerra. (sono stata anche un po’ aulica, come si usava allora, specialmente nell’incipit).
In me ho rivissuto il ricordo di quando mi raccontò questa storia la prima volta, nella piazza del paese davanti al monumento dedicato ai caduti in guerra Pievesi del il secondo conflitto mondiale, sopra la fontana a doppia bocca di leone, bocche dalle quali a settembre sgorga gratuitamente vino rosso a fiumi e gente di tutte le età ride e schiamazza!
Non avevo mai osservato con attenzione quella lista fino ad allora e non avevo mai compreso quanto amore, quanto dolore, quanta disperazione, fosse lì ad ogni riga incisa.
Lo compresi perché li vidi passare nel volto di mia nonna.

Con questa consapevolezza certo, e molti, tormenti, vivo il mio presente, sapendo che sarà i ricordi di domani.
Quando su quel ponte tenderò la mano, vorrei essere sicura di farlo circondata da una sensazione di amorevole conforto e gentilezza.

 Franca Colozzo - 23/03/2018 10:10:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Klara,ho letto con attenzione le due lettere che costituiscono il tuo racconto, dopo che ti avevo scritto un veloce commento dopo una rapida lettura. Devo ammettere che le ho trovate molte belle e scritte in maniera fluida. Leggendole attentamente il testo, sono emerse situazioni che, anche se diverse da quella mia personale, mi hanno riportata indietro nel tempo a meditare sulla prigionia di mio padre nei campi di concentramento. Mi ha colmato di soddisfazioni il risultato ottenuto, dopo anni di ricerca, nel rintracciare i vari campi nazisti dove fu internato mio padre ed a fargli conferire poi la medaglia alla memoria dal Presidente della Repubblica. La memoria è, infatti, deve restare sempre accesa come il fuoco delle Vestali, affinché i giovani possano comprendere la portata storica delle due guerre mondiali ed il valore della libertà, conquistata a caro prezzo con il sangue dei martiri. Mi è piaciuta in particolare nel tuo racconto la forma epistolare che narra più efficacemente di un testo scritto in maniera classica. In esso è racchiuso tutto il dolore di chi è rimasto a casa in attesa di qualche notizia proveniente dal fronte o da operazioni per mare, trascritto in maniera semplice ed essenziale. Per i tuoi, poi, cerca di superare i conflitti tipici delle nostre generazioni, essendo io più vecchia di te (ma sempre in guerra con loro per affermare la mia libertà), poiché il loro ricordo ti potrà pesare in seguito alla loro dipartita, com’è successo a me. Ti auguro una giornata serena. Con affetto. Franca

 Klara Rubino - 23/03/2018 08:43:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Buongiorno Franca,
Questo è un breve racconto in forma di lettera, sono due, una nell’altra, che riporta vicende in parte reali, ispirate alla vita dei miei nonni materni, in parte inventate o immaginate.
Sono state vite segnate e dalla prima e dalla seconda guerra mondiale, viste oggi, quando cioè gli "ideali" propagandati allora sono morti, deceduti tanto quanto tutte quelle vite andate al sacrificio o rimaste mutilate.

Distruzione ed ideali sono termini che non possono conciliarsi stabilmente: se avviene è un inganno.
Riguardo mio padre, ho un legame forte e complesso con lui, come con mia madre.
Il tempo che avanza mi sta facendo tremare.

 Franca Colozzo - 22/03/2018 23:45:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Bellissima e struggente lettera, questa tua, di un figlio ad un padre mai conosciuto. La leggerò con calma, adesso l’ho letta in fretta, ma sento come un’ombra che ti aleggia addosso: quella di tuo padre. L’ho avvertito in una tua videopoesia che ho dimenticato di commentare per la fretta che ci avvolge lungo la nostra vita e ci lascia sfuggire momenti importanti da cogliere, per la superficialità che ci contorna e di cui ci fasciamo gli occhi. Ma in questa prosa - sarà che mio padre vive sempre in me - sento che c’è qualcosa che va oltre una semplice lettera. La leggerò con calma perché di notte le cose fuggono via tra le ombre notturne e tra i fantasmi dei pensieri che ci portiamo appresso. Ti auguro una notte serena.

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